Lui ha 36 anni, con alle spalle un futuro assicurato nel mondo del
calcio cui però ha rinunciato, stupendo non pochi appassionati del
pallone
Lei ne ha 28 e ha deciso di lasciare il lavoro fisso alla Cospalat per trasferirsi definitivamente sulle alture di Faedis. È una sfida, la loro, di quelle che danno nuova speranza alla montagna transfrontaliera
del Friuli; che racconta come anche in quota, tra i boschi, si può e si
deve fare economia, turismo e vivere bene, senza sentirsi isolati.
Siamo a Clap, un borgo a 684 metri sul livello del mare che in passato
era densamente popolato e oggi conta solo la chiesa e alcune belle
abitazioni ristrutturate seguendo la tradizione architettonica tipica
locale, da cui si gode una vista mozzafiato sulla pianura friulana, fino
ad accarezzare con lo sguardo la linea del mare, nei giorni in cui
l’aria è tersa.
A due passi dall’edificio sacro sorge anche l’azienda agricola di questi due coraggiosi ragazzi, Luca Pantanali e Stefania Mattieligh, lui originario di Zugliano di Pozzuolo del Friuli, lei del centro di Faedis. Sono gli unici abitanti stabili di questo suggestivo borgo che vogliono trasformare in punto di attrazione per gli amanti del turismo slow, che prediligono le vacanze in relax, nel verde, a contatto con una natura rimasta incontaminata.
Dopo aver concluso gli studi di agraria, con l’aiuto della sua famiglia
Luca ha deciso di seguire la sua passione per gli animali e per la vita
all’aperto.«Non importa la fatica, non importano le tante ore di lavoro e
i mille cavilli burocratici - dice -; questa è la mia dimensione e da
sette anni lavoro duro per trasformare il sogno in realtà».Senza rimpianti
Al suo fianco, da qualche tempo, la fidanzata Stefania: «non rimpiango la mia occupazione precedente - sottolinea -. Clap è un luogo magico, meraviglioso. L’avessi saputo prima avrei fatto questa scelta già qualche anno fa».Il recupero di un angolo di montagna
Pantanali ha rimesso a nuovo un immobile che un tempo era di proprietà di un sacerdote del posto. Qui la coppia si dedica all’allevamento
di capre, asini, conigli e maiali; cura l’orto, i frutteti, si occupa
di tenere il bosco in ordine anche per ottenere una buona materia prima
per il riscaldamento nei mesi freddi. A far loro compagnia cani, gatti e
anche qualche tartaruga. L’obiettivo è di offrire il meglio di Clap a
chi non lo conosce, attraverso la creazione di un alloggio agrituristico
dove mettere in tavola i prodotti del lavoro nelle stalle e i frutti di
una terra generosa, anche se arrampicata sulle montagne: salame di
pecora affumicato, soppressa, ossocollo, lardo, primi a base di cereali
integrali e verdure di stagione.
Avere la meglio sul boia dello Stato Islamico (Isis) che voleva
sgozzarlo e desiderare di tornare in campo di battaglia appena guarito,
non solo dal profondo taglio al collo ma anche delle ferite causate da
due pallottole. E’ questa la storia di Haiman Ali, combattente curdo
dele forze Peshmerga del Kurdistan iracheno, uscito miracolosamente vivo
da una battaglia avvenuta venerdì scorso ad Al Kazer, località a
Nord-Ovest di Mosul, roccaforte del califfato nel Nord dell’Iraq.
La tv satellitare curda “Rudaw” è andata a trovare Haiman Ali in
ospedale a Erbil: “Dopo aver esaurito le munizioni, un combattente
dell’Isis anche lui rimasto senza munizioni, mi si è avventato contro
con un coltello in mano, tentando di tagliarmi la gola”, racconta oggi
Haiman dal suo letto. “Mi sono difeso e l’ho buttato a terra con una gomitata mentre avevo
il suo coltello al collo”, prosegue il giovane curdo che viene poi
salvato dalla morte “grazie all’intervento dei miei compagni che hanno
ucciso il jihadista con una raffica di fucile”. Haiman dice ora che l’incidente “mi ha sollevato il morale” ed
annuncia di voler tornare in campo di battaglia: “appena sarò guarito
dalle ferite”. Quelle riportate al collo, ma anche quelle provocate da
due pallottole.
Si sono rifiutati di dividersi dai passeggeri cristiani che viaggiavano
con loro sul pullman attaccato da un commando di militanti di Al
Shabaab, e così facendo di fatto hanno salvato loro la vita. E' accaduto
lunedì nei pressi del villaggio di El Wak, nel nord del Kenya, dove un
gruppo di musulmani non ha voluto obbedire agli ordini degli jihadisti
che volevano far fuoco solo sugli "infedeli".
Nell'agguato sono rimaste comunque uccise due persone: non è chiaro
se raggiunte dai colpi di armi da fuoco sparati contro l'autobus per
fermarlo o perché "giustiziate" dopo aver provato a fuggire. Zona ad altro rischio, autobus scortati da polizia
- Dopo un attacco simile avvenuto circa un anno fa, in cui i terroristi
presero d'assalto un autobus nella stessa zona e uccisero 28 passeggeri
non musulmani, la polizia ha fornito scorte armate ai pullman in
transito nell'area. Tuttavia il portavoce della polizia, Charles Owino,
ha spiegato che il bus attaccato non era scortato perché aveva saltato
un posto di blocco predisposto alla fornitura della protezione. Ad aprile 147 infedeli uccisi all'Università di Garissa
- Più volte in passato Al Shabaab ha portato avanti la stessa tecnica
di "selezione delle vittime": l'episodio più tragico risale ad aprile
quando all'Università di Garissa furono massacrati 147 "infedeli".
L'astronauta britannico Tim Peake ha sbagliato numero telefonico nel giorno di Natale; fin qui nulla di strano se non fosse che si trovava nello spazio.
L'uomo ha chiamato per errore - riferisce la BBC- un'ignota signora
dalla Stazione Spaziale Internazionale, esordendo nella conversazione
con uno scherzoso «Parlo con il Pianeta Terra?».
Poi si è accorto dell'equivoco, la sconosciuta ha riattaccato e Tim
Peake, contrito, si è scusato su twitter, spiegando che non voleva fare
una burla, ma che aveva digitato un numero sbagliato. Proprio attraverso
il messaggio social, il pubblico britannico, che segue in queste
settimane con passione la vita quotidiana dell'ex pilota di elicotteri
militari, è venuto a sapere della vicenda. Peake è arrivato alla
Stazione Spaziale il 15 dicembre e vi trascorrerà sei mesi.
Una dozzina di anziani sono finiti ieri in ospedale a Genova per postumi del cenone di Natale.
Alcuni di loro hanno mangiato e bevuto tanto da perdere i sensi per
alcuni secondi. Tutti si sono ripresi dopo essere stati sottoposti ad
una terapia a base di flebo.
Dieci chiamate per persone che accusavano
sintomi di un'indigestione sono giunte al centralino del 118
dell'ospedale genovese di San Martino. Altre due chiamate sono arrivate
alla centrale di Tigullio Soccorso, che fa capo all'ospedale di Lavagna.
I medici, in vista delle prossime festività di fine anno, invitano gli
anziani a mangiare e bere con moderazione.
Sogno infranto per la 91/enne Maria Isabel 'Chicha' de Mariani, una
delle Nonne di 'Plaza de Mayo', che pensava di aver riabbracciato la
nipote Clara ritrovata dopo 39 anni a Natale. Purtroppo, però,
inesorabile è stato l'esito del test del dna: non esiste alcun vincolo
di parentela tra le due donne. A dare la ferale notizia alla
protagonista della pagina più oscura della dittatura argentina è stato Martin Ramos Padilla, suo collaboratore, come riporta il Clarin.
"Possiamo
constatare l'esistenza di studi realizzati dal Banco nacional de datos
geneticos (Bndg) che smentiscono l'esistenza di un vincolo parentale tra
Maria Isabel de Mariani con la giovane che ha fornito i risultati di un
laboratorio di analisi privato". La Mariani, nota a Buenos Aires come
'Chicha', è una delle leader storiche dei movimenti di difesa dei
diritti umani argentini. Nel 2010 aveva aperto un conto Facebook
inserendo i dati relativi alla nipote che cercava e fotografie dei
genitori. Clara sarebbe stata il 120/o nipote trovato in questi anni
dalle 'Abuelas, le nonne di 'Plaza de Mayo'.
Due giovani ragazze come tante si svegliano al mattino, una è in Australia, l’altra vive in Siria.
Inizia così la nuova campagna per le donazioni di Amnesty International,
con un video nel quale l’immagine è divisa in due per mostrare la
fortuna di chi vive in un Paese ricco e in pace rispetto a chi ha la
guerra in casa.
Tapioca e farina di riso per la piccola Grace sono decisamente
superati. La bimba di 13 mesi da quando è nata, per volere della mamma,
segue la dieta del paleo. La dieta paleo è chiamata anche "dieta
dei cavernicoli" ed è basata sul presunto regime alimentare degli uomini
primitivi. La mamma di Grace, Shan Cooper, è attivissima su Instagram
con l'account My Food Religion.
La bimba mangia soli alimenti che
possono essere cacciati, pescati o raccolti, allo stato naturale e non
raffinati. Niente grano, latticini, zucchero raffinato o sale. Un regime
alimentare che non tutti i pediatri ritengono però adeguato per una
bimba della sua età. «Grace non si ammala mai, ha una salute di ferro»,
replica decisa Shan alle polemiche, che comunque non si arrestano. In
una giornata normale la piccola mangia oltre al latte per due volte al
giorno, a colazione uova fritte nell'olio di cocco e verdure (patate
dolci, carote, broccoli) e un quarto di avocado con crauti; per pranzo
pollo biologico con verdure; come snack frutta; per cena spaghetti alla
bolognese con manzo e pomodoro bio e noodle di zucchini invece della
pasta. La piccola mangia anche dolci, specifica la mamma, rigorosamente
senza farina e zucchero. Shan Cooper è laureata in scienze
dell'alimentazione e da anni segue la dieta paleo sulla quale ha anche
scritto un libro. Il suo approccio è comuque moderato, come riporta al
Daily Mail: «Non sono preoccupata al pensiero che mia figlia mangi cose
zuccherose o farinose, ad esempio alle feste di compleanno dei suoi
amichetti, se dovesse mangiare un toast mica mi farei prendere dal
panico».
Le scarpe si consumano sempre nello stesso lato? Qualunque sia la
tipologia di scarpa il difetto, dopo un po' di tempo che si indossano, è
sempre nello stesso punto? Ovviamente dipende da come si cammina, ma le
cattive abitudini possono portare a problemi ben più gravi che una
suola consumata.
Mal di schiena e patologie articolari non devono essere sottovalutate e sono spesso conseguenza del modo in cui si cammina.
Una persona può essere definita pronatore, supinatore, neutra o normale.
I neutri e i normali hanno un modo di camminare corretto e non si
notano difetti nelle loro scarpe. Il pronatore, invece, tende a
consumare le suole nella parte interna del piede, mentre il supinatore
nella parte esterna del piede.
In entrambi i casi, il tallone viene piegato male e col tempo la cosa
può provocare problemi alla salute della spina dorsale. Basta rivolgersi
all'ortopedico e capire come correggere la postura, ma la regola
principale resta quella di utilizzare sempre scarpe adatte, comode e non
eccessivamente strette.
Sopravvivere ai propri figli è la paura più grande di ogni madre, e
molte di loro sono costrette ad affrontarla. Come Carole Adler, una
mamma single americana che ha dovuto dire addio a suo figlio Taylor
Thyfault, morto a soli 21 anni.
Il ragazzo stava per portare a termina la sua formazione ed era un
Cadetto della Polizia nello stato del Colorado: entrare nell'esercito
era uno dei suoi più grandi desideri e sua madre era la sua migliore
amica e ogni giorno si scambiavano messaggi affettuosi.
Tuttavia, il 23 marzo 2015, Taylor è morto mentre era in servizio sulla
Colorado Higway 66: un veicolo in fuga è arrivato a tutta velocità e lo
ha travolto, proprio mentre cercava di posizionare delle barriere per
fermarlo. Prima di morire, Taylor è riuscito ad avvisare l'autista di un
camion di spostarsi dalla carreggiata, salvandogli così la vita.
Una morte da molti considerata eroica, anche dalla madre, che ha perso
il figlio mentre faceva esattamente quello che aveva sempre desiderato.
Dopo la morte di Taylor, Carole ha cominciato a sentire la mancanza del
loro scambio di messaggi quotidiano, e così ha ripreso a mandare sms al
numero del figlio. Ovvimanete non aspettava una risposta, ma il
semplice scrivere l'ha aiutata a sentirsi meglio. È stata, duenque,
enorme la sorpresa della donna quando ha ricevuto una messaggio inviato
proprio dal numero del figlio.
Non c'è nulla di paranormale in questa storia, semplicemente il numero
di telefono di Taylor era stato riassegnato. Ma non a una persona
qualsiasi: al Sergente Kell Hulsey del Dipartimento di Polizia di
Greeley, cioè un uomo che incarnava tutto ciò che il ragazzo avrebbe
voluto diventare.
Il poliziotto inizialmente ha evitato di rispondere ai messaggi della
mamma per non ferirla, ma poi ha pensato che fosse giusto farle sapere
che le sue parole non stavano raggiungendo la persona desiderata. L'uomo
si è anche offerto di cambiare numero di telefono, ma per Carole è
stata, in realtà, una fortuna voluta dal caso: il Sergente è diventato
fondamentale nel processo di elaborazione del lutto, che ora sa di avere
"un angelo in tasca".
Quando ha condiviso sui social la foto del suo albero di Natale sommerso
dai doni per i suoi tre figli non immaginava di certo che avrebbe
scatenato una reazione sdegnata per quella montagna di pacchetti. Emma
Tapping, mamma 27enne dell'Isola di Mann, ha acquistato più di 80 regali
per ognuno dei suoi bambini, spendendo l'equivalente di duemila euro in
totale. Le critiche hanno attaccato il suo modo di educare i figli, e alcuni
sostengono che in questo modo non cresceranno con sani principi.
La signora Tapping ha spiegato le sue ragioni via Skype. "Si possono
comprare due o 200 regali per i propri figli, ma questo non c'entra con
il modo di educarli. Potrebbero anche riceverne solo uno ed essere
comunque delle pesti".
"I miei figli conoscono la differenza tra giusto e sbagliato, apprezzano
tutto quello che hanno. Se si rompe qualcosa come il loro telefono
cellulare devono conservare il loro denaro per sostituirlo". Ha poi
aggiunto che la famiglia è "non è affatto ricca" e ha iniziato lo
shopping durante il periodo dei saldi.
Quando Emma ha notato che persone da tutto il mondo stavano condividendo
e commentando la foto del suo albero si è affrettata a rispondere con
una seconda foto pubblicata su Facebook e accompagnata da un messaggio:
"Dovrei postare un'altra foto del mio albero? Ci potete scommettere.
Visto che la mia immagine è diventata virale (senza il mio consenso!)
Ecco il mio albero. AMO il Natale AMO rovinare i miei figli durante le
feste e lavoro duramente per poterlo fare".
Samantha Fisher, 25enne inglese, aveva 4 anni quando ha iniziato a soffrire di mal di testa invalidanti.
Emicranie forti a tal punto, da costringerla ad assumere 11 pillole al
giorno. Fino a quando non ha escogitato un metodo per eliminare il
dolore davvero straordinario. Accade a Tiverton, nel Regno Unito. Come
riporta il Mirror, Angie, la madre di Samantha, legge su un giornale di una ragazza americana che con un piercing all'orecchio ha eliminato l'emicrania.
E
Samantha, che a causa del dolore a volte doveva rimanere per giorni
sdraiata in una stanza buia, non se lo fa ripetere due volte e prova il
metodo bizzarro. L'orecchino, chiamato "piercing daith",
viene messo sulla cartilagine della piega interna dell'orecchio e si
pensa che contribuisca ad alleviare l'emicrania, perché è lo stesso
punto di pressione che gli agopuntori usano per alleviare i mal di testa
cronici. La ragazza, che in tanti anni era ricorsa a diversi metodi
alternativi, dallo yoga ai massaggi, si fa mettere un piercing a forma
di cuore e con circa 27 euro risolve il suo problema. "L'emicrania -
afferma - è sparita. Ho provato sollievo dal primo momento in cui mi
hanno forato l'orecchio". Il Centro di Ricerca sull'Emicrania degli Usa
ha affermato: "L'agopuntura colpisce un punto di pressione che allevia
il dolore nella testa del paziente. Tuttavia l'effetto del piercing
daith non è stato ancora ufficialmente studiato, quindi non si può
stabilire se ci sia qualche nesso con gli effetti dell'agopuntura".