venerdì 6 novembre 2015

Papà single resta senza casa e lavoro, ma uno sconosciuto gli cambia la vita

La storia di James è quella di un papà single che ha lasciato New York con il suo bambino di due anni alla ricerca di una vita migliore a Denver, in Colorado. Purtroppo le cose non vanno come il giovane papà aveva sperato, e si ritrova da un giorno all'altro senza lavoro, senza casa e senza macchina.  

Fortuna ha voluto che appena due giorni dopo l'aggravarsi della situazione, James ha incontrato un uomo che gira di città in città con l'unico intento di fare delle buone azioni. Il suo nome è Leon Logothetis, che ha aiutato James assicurandogli l'alloggio in hotel per una settimana e donandogli mille dollari per le sue necessità. Ma non è finita qui: il benefattore ha anche lanciato un messaggio per aprire una pagina su GoFoundMe per finanziare James e suo figlio e rendere possibile l'acquisto di un mezzo di trasporto che gli consenta di portare con sé il suo bambino senza sfidare il freddo (James, che intanto ha trovato un lavoro come barbiere, non può permettersi di lasciare il figlio con una baby sitter ed è costretto a portarlo con sè).

La piccola Layla guarisce dalla leucemia con una terapia rivoluzionaria. "Primo caso al mondo"

Un grande miracolo della scienza per una piccola guerriera. A Layla Richards, bimba di un anno malata di leucemia era stato detto che non c'era più nessuna speranza. Oggi, grazie a una terapia genica di frontiera prima sperimentata solo sui topi, Layla è viva, sorride in braccio a mamma e papà e non presenta più tracce del tumore del sangue che le era stato diagnosticato all'età di 3 mesi.

Il caso, primo al mondo, è stato annunciato dai medici del Great Ormond Street Hospital di Londra e sarà descritto al prossimo meeting della Società americana di ematologia (Ash), in programma dal 5 all'8 dicembre a Orlando, in Florida.  La terapia è stata utilizzata grazie alla collaborazione della compagnia biotecnologica Cellectis. La metodica dell'etiding genetico, che utilizza 'forbici molecolari' per modificare il Dna, è stata usata sulle cellule di un donatore sano per produrre linfociti T 'ogm' , geneticamente modificati per uccidere solo ed esclusivamente le cellule leucemiche e per essere 'invisibili' alle pesanti terapie somministrate al paziente, nonché alle sue difese immunitarie. Le cellule disegnate su misura sono state iniettate a Layla, poi sottoposta a un secondo trapianto di midollo (ne aveva già subito uno dopo che la chemioterapia iniziale era fallita) per permettere al suo organismo di riformare un sistema immunitario.  Benché sia troppo presto per definire la piccola "guarita dal cancro", la sua ripresa viene considerata "quasi miracolosa". "Un grande, grande passo avanti", dichiara Paul Veys dell'ospedale londinese.  Quando Layla è nata, nel giugno 2014, sembrava tutto a posto. La piccola stava bene, ma 14 settimane dopo è cominciato l'incubo, raccontano i genitori alla stampa britannica: la mamma ha notato che il suo cuore batteva più forte, Layla piangeva sempre, si nutriva a fatica. Pochi giorni dopo, l'esito di un esame del sangue ha dato un nome al nemico da combattere: leucemia linfoblastica acuta, tumore del sangue che nella forma pediatrica, grazie ai progressi della medicina, è diventato guaribile almeno nell'85% dei casi. Ma Layla non era fra questi. La sua malattia era aggressiva e la situazione per lei è precipitata, fino a quando i medici non hanno avuto più opzioni da proporre ai genitori, se non le cure palliative per accompagnarla alla morte.
Ed è a questo punto che è scattata la voglia di non arrendersi. Il papà Ashleigh e la mamma Lisa, entrambi 30enni, hanno deciso di dire sì a "qualcosa di nuovo". Layla "era così debole e sofferente. Dovevamo agire. Certo era spaventoso pensare che il trattamento non fosse mai stato utilizzato sull'uomo - ricorda Ashleigh - ma ho deciso di assumermi il rischio". Un atto di forza che ha innescato una serie di fortunate coincidenze: l'ospedale stava infatti già producendo le cellule di Cellectis in vista di un trial clinico. "Le avevamo nei nostri freezer", spiega Waseem Qasim, uno dei medici che ha trattato Layla.  Dopo aver ricevuto tutte le autorizzazioni necessarie per una terapia mai testata sull'uomo, è cominciato il trattamento. "Abbiamo pregato che funzionasse", racconta Ashleigh. Poche settimane dopo la mamma di Layla era davanti alla scuola della figlia maggiore Reya, quando le arriva la telefonata del marito. "Mi ha detto: 'Ha funzionato'. E ho pianto lacrime di gioia", confessa. I medici, pur usando parole entusiaste per descrivere il caso, sono cauti. Veys precisa: "Siamo in uno stato meraviglioso rispetto a come eravamo 5 mesi fa, e anche solo questo è un grande passo, ma non significa ancora cura. L'unico modo per scoprire se lo è davvero, è aspettare 1-2 anni".

giovedì 5 novembre 2015

L' attrice e la carriera stroncata per le foto sui social

Sono sempre di più le modelle e le attrici che guadagnano grande popolarità, e maggiori possibilità di introiti, grazie ai social network.   Succede, ovviamente, nel mondo occidentale. Nei paesi islamici, invece, accade l'esatto contrario. Sadaf Taherian, attrice iraniana, ne sa qualcosa: le sue foto, pubblicate su Facebook e Instagram, le hanno stroncato la carriera. 

Sadaf, infatti, ha posato senza l'hijab, il velo che le donne iraniane devono indossare in pubblico, e questo non è andato giù alle autorità di Teheran. Il ministero della Cultura islamica ha infatti deciso di sospendere lo show televisivo in cui recita la bella Sadaf, oltre all'avvio di un'indagine che porterà a 'sanzioni per nulla morbide'.      Ora Sadaf, senza più un lavoro, teme anche per la propria incolumità. Molti uomini, musulmani intransigenti, la minacciano costantemente di morte sui social e per questo motivo l'attrice ha preso una decisione sofferta e dolorsa, ma necessaria: trasferisi nei più 'miti' e 'aperti' Emirati Arabi Uniti. 

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